Fabbrica Solvay: a Rosignano si muore molto più che in Toscana. Ma la politica pensa solo a salvaguardare l’industria

“Il presente studio mostra un accesso di mortalità per malattie cronico-degenerative in un’area con elevata concentrazione di attività inquinanti. La vicinanza agli impianti industriali sembra rappresentare un fattore di rischio per quelle malattie”. Queste sono le conclusioni di uno studio sulla mortalità rilevata a Rosignano Solvay, paese in provincia di Livorno che accoglie la fabbrica belga Solvay, confrontata con la mortalità media registrata a livello regionale.

A Rosignano Solvay, quindi, si muore più che in Toscana e la principale causa dell’eccesso di mortalità è l’inquinamento ambientale legato alla presenza di una concentrazione di industrie chimiche e di altro genere. Un Comune di circa 30mila abitanti, infatti, ospita il parco industriale della Solvay (composto da cinque industrie) che produce da oltre un secolo soda caustica, bicarbonato e carbonato di sodio scaricando in aria e in mare sostanze pericolose per l’ambiente e la salute; l’Ecomar (smaltimento rifiuti industriali) e la discarica di Scapigliato.

Questa concentrazione di attività industriali, come spiega l’analisi, produce “livelli elevati di metalli pesanti in mare, di polveri sottili e di ozono nell’aria” che mettono a rischio la salute dei cittadini di Rosignano. Gli autori dello studio hanno più volte sollecitato la politica locale sul tema dei rischi per la salute legati agli agenti inquinanti prodotti dalla Solvay e company, ma almeno per il momento, sono arrivate soltanto risposte vaghe e inadeguate.

Per quanto riguarda Rosignano, infatti, la priorità della politica (dallo Stato al Comune passando per la Regione) sembra essere la salvaguardia dello stabilimento e il taglio dei costi energetici chiesto da anni dalla Solvay che minaccia, altrimenti, di spostare altrove la produzione. Una diatriba, quella dello scontro tra salvaguardia delle attività produttive e dei posti di lavoro da una parte e tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini dall’altra, con cui il paese di Rosignano fa i conti da decenni senza mai aver trovato una soluzione.

Lo studio sull’eccesso di mortalità a Rosignano Solvay

La storia di Rosignano Solvay, il paese che prende il nome dalla multinazionale belga che l’ha costruito, è annosa e complessa (qui abbiamo cercato di spiegarla). Ad aggiungere un altro tassello alla sua storia è arrivato lo studio “Mortalità per malattie cronico-degenerative in Toscana: uno studio ecologico di confronto tra aree limitrofe con sostanziali differenze di inquinamento ambientale” redatto da un team di sei medici e ricercatori. Lo scopo della studio – spiegano gli autori – è di confrontare la mortalità dovuta a malattie cronico-degenerative in un’area della Toscana, la Bassa Val di Cecina, caratterizzata dalla presenza di due comuni limitrofi simili come dimensioni, ma con sostanziali differenze in attività industriali: Rosignano (sito di diverse industrie) e Cecina (senza attività inquinanti). I tassi di mortalità standardizzati di tutta la Toscana sono stati confrontati con quelli dell’area della Bassa Val di Cecina e dei due singoli comuni.

Il risultato è che: “In tutta la Bassa Val di Cecina si sono osservati valori significativamente elevati per tassi standardizzati di mortalità dovuti a mesotelioma, cardiopatie ischemiche, malattie cerebrovascolari, Alzheimer e altre malattie degenerative del sistema nervoso.Nel comune di Rosignano è stato confermato un eccesso significativo di mortalità per tutte le patologie di questo gruppo, al contrario, il comune di Cecina mostra solo un tasso significativamente elevato di mortalità dovuta a cardiopatie ischemiche”.

E nella discussione dello studio si precisa che: “Sia la mortalità per Alzheimer che per le malattie cerebrovascolari è significativamente elevata nel comune di Rosignano Marittimo, ciò suggerisce un possibile ruolo patogenetico delle sostanze inquinanti in queste malattie. Al contrario l’osservazione di un incremento della mortalità dovuto alle malattie ischemiche del cuore anche nell’area di Cecina, con molte meno attività industriali, può essere l’espressione di una contaminazione ambientale generalizzata da metalli pesanti”.

Detto in parole povere: in tutta la Bassa val di Cecina si muore più che nel resto della Toscana, ma il picco di mortalità per malattie legate all’inquinamento si registra nel Comune di Rosignano Solvay.

Come si vede nella seguente tabella, a fronte di una mortalità standardizzata in Toscana per mesotelioma, malattia provocata dall’esposizione all’amianto, di 1,21 il dato di Rosignano è più che il doppio, 3,69.

Tabella della mortalità in Toscana, Bassa Val di Cecina, Rosignano e Cecina per malattie cronico-degenerativeStudio ecologico di confronto tra aree limitrofe con sostanziali differenze di inquinamento ambientale  Studio ecologico di confronto tra aree limitrofe con sostanziali differenze di inquinamento ambientale 

L’analisi è già stata accettata per la pubblicazione da parte della prestigiosa rivista International journal of occupational medicine and environmental health. Ma secondo i medici si tratta solo di un primo passo: l’autore principale, il dottor Claudio Marabotti (UO cardiovascolare-UTIC, Ospedale della Bassa Val di Cecina), ha già proposto al Comune di Rosignano di fare uno studio di coorte residenziale su Rosignano, un’analisi molto complessa e dettagliata in grado di mettere in rapporto diretto le malattie dei cittadini di Rosignano con l’inquinamento del paese.

Riduzione dei costi energetici

Ultimamente della Solvay in Toscana si parla molto, ma non per i rischi ambientali o quelli legati alla salute dei cittadini. Il ministero dello Sviluppo economico, la Regione e il Comune stanno predisponendo un pacchetto di incentivi per la riduzione dei costi per l’energia e il vapore utilizzato in grande quantità dalla sodiera.

A maggio 2017 scadranno gli incentivi Cip6 che oggi consentono alla Solvay di avere energia a prezzi competitivi e l’industria stima che dovrà sostenere un’esborso aggiuntivo di circa 60 milioni di euro l’anno. Per questo la Solvay ha minacciato di spostare la produzione altrove se la politica non avesse trovato una soluzione per ridurre questi costi.

L’occasione è arrivata con l’Accordo di Programma per l’attuazione del Progetto di Riconversione di Riqualificazione Industriale per l’area di crisi complessa Livorno, Collesalvetti e Rosignano Marittimo.

Aperta parentesi: La provincia di Livorno rientra tra le “aree di crisi industriale complessa” riconosciute dallo Stato, cioè le zone che hanno particolarmente subìto la crisi economica registrando numerose chiusure di aziende e perdita di posti di lavoro. Per queste aree (in Toscana c’è anche quella di Piombino) il Governo stanzia un bel pacchetto di soldi per cercare di rilanciare le attività e quindi spingere l’occupazione e firma con le amministrazioni locali un Accordo di programma in cui si decide come e dove utilizzare questi soldi. Chiusa parentesi.

Nei giorni scorsi il Comune di Rosignano ha approvato il PRRI (Progetto di Riconversione e Riqualificazione Industriale) messo a punto con la Regione: “Il Piano – scrive un comunicato del Comune – favorirà l’attrazione di investimenti nella aree industriali e la razionalizzazione dei sistemi energetici nel Parco Industriale Solvay”. E continua: “Il Mise, a seguito di uno specifico tavolo tecnico (composto anche da Regione, Comune e Solvay) ha predisposto un pacchetto di misure per consentire il mantenimento dell’impegno industriale di Solvay sul territorio e la realizzazione di un piano di investimenti per la creazione di nuove attività e nuovi posti di lavoro”.

Tutta l’energia della politica, quindi, sembra essere indirizzata verso la risoluzione dei problemi della Solvay che da anni chiede il taglio dei costi energetici minacciando, altrimenti, di lasciare il Paese. Ma nessuna risposta arriva per quei medici, associazioni del territorio e cittadini che chiedono di fare chiarezza sui rischi legati all’inquinamento ambientale e di intervenire per la tutela della salute di chi vive a Rosignano Solvay e dintorni. Non si capisce perché in Italia gli investimenti per la legittima difesa delle attività industriali e dei posti lavoro non possano andare di pari passo con altrettanti investimenti per la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.

Articolo scritto per Ibtimes

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