Stenta a decollare l’Accordo di programma di Livorno

 

Articolo scritto per Toscana24

– Le potenzialità ci sono, ma a livello pratico siamo ancora in alto mare: è questo, ad un anno e mezzo dalla firma, un primo bilancio sull’Accordo di programma per l’area di crisi di Livorno . I pezzi del puzzle ci sono tutti: 542 milioni di finanziamenti pubblici, 150 milioni di cofinanziamenti privati e la collaborazione di Regione, Ministeri, Governo, Rfi, Autorità portuale ed Enti locali. Il problema è che dal maggio 2015 ad oggi, poco è stato fatto per l’effettivo rilancio della competitività dell’area costiera livornese che comprende i comuni di Livorno, Collesalvetti e Rosignano Marittimo.
L’occasione per fare il punto sulla messa in pratica dell’Accordo di programma viene dalla firma, avvenuta nei giorni scorsi al ministero dello Sviluppo economico, della circolare per lo sblocco dei 10 milioni per la riqualificazione e riconversione industriale (Prri) dell’area, per il quale a inizio 2017 sarà aperto un bando rivolto alle imprese interessate ad investire.

Accordo di programma per l’area livornese
Considerando le pesanti conseguenze produttive ed occupazionali registrate in sette anni di crisi economica, il Governo ha riconosciuto la provincia di Livorno area di crisi industriale complessa e ha predisposto un Accordo di programma per il rilancio.
Il documento è articolato in quattro capitoli tematici. Il primo, dedicato alla logistica, prevede interventi sul sistema portuale (realizzazione della Darsena Europa e riconoscimento della Zona franca doganale) e sulla rete ferroviaria intorno allo scalo labronico.
Il secondo pilastro dell’Accordo di programma è la riqualificazione produttiva dell’area da ottenere tramite un «pacchetto integrato di agevolazioni per nuovi insediamenti produttivi» e la realizzazione di un polo tecnologico o incubatore d’impresa a Livorno.
Il terzo capitolo è dedicato a formazione e lavoro: prevede azioni per la riqualificazione del personale, misure per il reimpiego dei lavoratori dell’area di crisi industriale complessa e interventi per garantire gli ammortizzatori sociali.
Infine, il piano di rilancio promuove interventi di riconversione delle aree ed ottimizzazione degli assetti energetici, lo sviluppo delle infrastrutture energetiche industriali e la bonifica dei siti di interesse nazionale (Sin). All’articolo 3 dell’Accordo di programma si legge che «le parti si impegnano a dare attuazione alle linee descritte» nel documento, a «utilizzare forme di immediata collaborazione e di stretto coordinamento» e infine, ad «attivare e utilizzare a pieno e in tempi rapidi tutte le risorse finanziarie individuate». Dopo circa 18 mesi, a che punto siamo con la realizzazione dei progetti? Purtroppo, ancora alle battute iniziali.

Logistica e mobilità 
Il capitolo più ampio, anche dal punto di vista economico, è quello dedicato alla logistica e alla mobilità sul quale siamo alla fase preliminare: per la Darsena Europa, il maxi progetto di ampliamento a mare del porto di Livorno, l’Autorità portuale partecipa con 250 milioni, la Regione con altri 250 milioni (12,5 milioni per venti anni), lo Stato con 50 milioni e infine, altri 300 milioni circa dovranno arrivare dal privato concessionario per un totale di oltre 850 milioni. Per la rete ferroviaria le risorse stanziate sono poco più di 14 milioni: 2,5 milioni a carico di Rete ferroviaria italiana, altri 2,5 milioni a carico dello Stato e i restanti 9,25 arriveranno dalla Regione.
Il bando di project financing, per la progettazione, realizzazione e gestione (per 50 anni) della Darsena Europa, è stato pubblicato a gennaio 2016. Slittata varie volte la scadenza per la presentazione delle manifestazioni di interesse , la chiamata si chiuderà il 15 dicembre.
«Subito dopo – spiega Giuliano Gallanti, presidente dell’Autorità portuale (vicino all’addio per l’accorpamento dei porti di Livorno, Piombino ed Elba) – invieremo, a chi ha i requisiti, le lettere di invito a presentare il progetto. L’obiettivo è firmare il contratto entro il 2018 e poi iniziare i lavori di costruzione».
Per quanto riguarda il riconoscimento della Zona frana doganale (altro punto dell’Accordo di programma) Gallanti rinvia la palla nel campo ministeriale: «Noi abbiamo inviato la documentazione necessaria, ma dallo Stato non abbiamo avuto alcuna risposta».Altro importante progetto riguarda la realizzazione dello scavalco ferroviario, cioè il collegamento diretto tra porto di Livorno e interporto di Guasticce che gestisce in maniera integrata le varie modalità di trasporto merci. «Che io sappia – spiega l’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Livorno, Francesca Martini, sullo scavalco siamo alla progettazione definitiva, inizialmente il progetto era presente anche nel Prri che è stato appena firmato, ma poi è stato rimosso».
Sul tema interviene l’assessore regionale alle Infrastrutture Vincenzo Ceccarelli che conferma lo stato dell’arte: «Per lo scavalco era stato ipotizzato il riutilizzo di un vecchio scavalco ferroviario, poi scartato; adesso siamo alla progettazione definitiva, poi passeremo al progetto esecutivo e con questo alla gara».La realizzazione di un ponte ferroviario ex novo, conferma l’assessore, ha alzato il costo finale dell’opera a circa 19 milioni che «saranno finanziati forse direttamente da Rfi». Per quanto riguarda i tempi restano ancora molto lunghi: secondo Ceccarelli il bando, con stazione appaltante Rfi, sarà pubblicato tra il 2017 e il 2018; una volta selezionato il vincitore potranno iniziare i lavori. Il combinato disposto di Darsena Europa e scavalco ferroviario, secondo l’assessore regionale, «conferiranno al porto di Livorno grandi potenzialità di sviluppo».

Sviluppo economico
Su questo capitolo qualcosa si muove. Il 7 novembre è arrivata la firma definitiva per l’attuazione del Prri, già firmato il 20 ottobre a Roma , che sblocca 10 milioni di risorse. Il bando, gestito da Invitalia, prevede finanziamenti in conto impianti e a tasso agevolato per progetti imprenditoriali di grossa portata, per un valore minimo di 1,5 milioni. Le domande saranno raccolte a partire da febbraio 2017, ma è già possibile farsi un’idea sull’esito della chiamata.
«Prima del bando vero e proprio – spiega Silvia Civalleri, responsabile aree Economia, fisco e diritto di impresa di Confindustria Livorno – la legge prevede una call che serve per monitorare l’interesse dell’area in modo da tarare il bando: aperta nel mese di maggio, la call ha raccolto 71 progetti per un valore complessivo di 291 milioni di investimenti e un numero di nuovi posti di lavoro di circa 1.280». Non è detto però, che tutti i progetti in ballo siano ammessi alla selezione. «I requisiti – continua Civalleri – sono piuttosto stringenti, il bando è farraginoso, l’accesso non è immediato e questo determina una scrematura di progetti notevole».
I precedenti in questo senso non sono incoraggianti. I protocolli d’insediamento (che sono di respiro regionale, ma hanno una corsia preferenziale per le aree di crisi complessa) sono stati, almeno fino ad oggi, un flop. La prima chiamata si è chiusa a febbraio con un solo progetto finanziato (nell’area di Piombino); la seconda, a giugno, ha dato lo stesso esito e dell’ultima di ottobre non ci sono ancora i risultati, ma gli addetti ai lavori scommettono su un esito migliore: dopo le polemiche infatti, la Regione ha cercato di aggiustare il tiro allargando le maglie del bando.
«Non si può dire che ci sono risorse per tutti – dice ancora Civalleri – la selezione per l’accesso ai bandi è strettissima: per i protocolli di insediamento, in particolare, abbiamo ribadito più volte la necessità di cambiare i parametri riducendo i requisiti minimi di accesso. In un’area di crisi come Livorno non si può pretendere la creazione di nuovi posti di lavoro, il mantenimento dell’occupazione è già un successo al momento».
Tra i protagonisti del progetto di rilancio, il Comune di Rosignano Marittimo inizia a vedere i primi progressi sull’attuazione del piano. «Giudico positivamente l’Accordo di programma – spiega il sindaco Alessandro Franchi – e lo sforzo che le istituzioni stanno facendo per il territorio, il piano inizia ad attuarsi ora: stiamo entrando nel vivo dei bandi per gli investimenti delle imprese. Dei progetti presentati alla call dei mesi scorsi, circa una trentina prevedevano investimenti sul nostro territorio, mi auguro che sia un’opportunità che le imprese vorranno cogliere».
Questo capitolo dell’Accordo di programma prevede anche la creazione di un polo tecnologico o incubatore di imprese nel comune di Livorno, finanziato con 5 milioni stanziati dalla Regione. Dopo un lungo periodo di stallo , anche su questo progetto qualcosa inizia a muoversi, ma i tempi di realizzazione sono ancora molto lunghi.
«Abbiamo finito la parte amministrativa – spiega l’assessore livornese Martini -. Entro dieci giorni uscirà il bando per lo studio di fattibilità che prevede un processo partecipativo, vogliamo capire quante imprese italiane e straniere sono interessate a insediare startup sul territorio livornese. Prima di tutto è necessario verificare che ci sia l’interesse a popolare l’incubatore. In base ai risultati di questa chiamata, poi, faremo lo studio di fattibilità economica e gestionale del polo tecnologico».
Sul nodo della sede, il Comune sembra essersi chiarito le idee: «Abbiamo individuato degli immobili di appartenenza comunale che dovranno essere restaurati. Abbiamo chiesto alla Regione l’anticipo di 104mila euro per lo studio di fattibilità, ce ne hanno dati 80mila, ma in questi giorni abbiamo approvato una variazione al bilancio con la quale il Comune potrà anticipare, rispetto all’effettivo stanziamento della Regione, i soldi necessari allo studio e andare avanti con la selezione dell’immobile».

Formazione e lavoro 
A breve sotto attesi anche i bandi regionali per la riqualificazione del personale. Secondo gli industriali però, è prematuro investire risorse per la riqualificazione professionale dei lavoratori prima di aver capito che strada imboccherà l’area industriale, se ci saranno nuovi insediamenti produttivi e di che tipo. «L’abbiamo già visto a Piombino – ricorda Civalleri – i bandi sono usciti più volte perché hanno aderito in pochi e le risorse non sono state spese».
Molte perplessità hanno accompagnato anche l’intervento sui lavori di pubblica utilità. Il Comune di Livorno, in modo particolare ha criticato l’impostazione data dalla Regione. «Sui tre milioni per i lavori di pubblica utilità – spiega l’assessore Martini – secondo me, il bando è stato fatto in modo poco corrispondente alle esigenze del territorio. E’ un bando superato perché non ha tenuto conto di una serie di limiti giuridici e tecnici pesantissimi che ne hanno limitato l’utilizzo».

Sostenibilità territoriale ed energetica 
Nessun progresso sul fronte della razionalizzazione e dello sviluppo di infrastrutture energetiche per il contenimento dei costi a carico delle aziende. Principale destinatario di questo progetto è il Comune di Rosignano Marittimo e il parco industriale dove opera lo stabilimento chimico Solvay e altre aziende satellite. Nel mese di luglio il ministero dello Sviluppo economico e la Regione Toscana hanno presentato all’aziendauna serie di proposte per far fronte all’aumento dei costi energetici, circa 60 milioni di euro, che Solvay dovrà sostenere dal maggio 2017, quando scadranno gli incentivi Cip6 che oggi consentono al parco industriale di usufruire di vapore a prezzi competitivi.
Entro settembre-ottobre era attesa la firma di un accordo, ma la Solvay di Rosignano fa sapere che ad oggi, il comitato esecutivo del gruppo belga sta ancora valutando la proposta del Ministero a cui sarà data una risposta definitiva entro la fine dell’anno. L’Accordo di programma per Livorno, insomma, a 18 mesi dalla firma appare ancora come un puzzle da assemblare. Il giudizio degli industriali, nel complesso, resta tiepido. Per Civalleri «c’è ancora troppo poco, c’è stata un lungo momento di stallo: la situazione economica ed occupazionale è ancora gravissima e i risultati dell’Accordo sono scarsi». Secondo gli industriali l’Accordo di programma può essere un volano per lo sviluppo infrastrutturale dell’area di crisi, ma per il capitolo sugli incentivi alle imprese è soltanto una parte di un piano che dovrebbe essere ben più organico: servirebbero snellimento burocratico, accesso più facile alle risorse e conferenze di servizi.
Anche il Comune di Livorno ripone tante aspettative nella piena realizzazione dell’Accordo di programma, ma, commenta l’assessore Martini, «sulle parti più importanti siamo ancora in alto mare». Sarebbe necessaria una «rappresentazione onnicomprensiva delle potenzialità del territorio, di tipo economico e non solo, utile per attirare investitori dal resto del mondo. Sul porto di Livorno e sulle infrastrutture c’è molto interesse, ma non dobbiamo dimenticarci che siamo in una situazione di emergenza e che i risultati non potranno che arrivare con il tempo». Come una nave in alto mare che non si sa quanto raggiungerà il porto.

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