Glencore, termometro dell’economia mondiale indica un futuro di scarsa crescita e tanti problemi

Glencore, la più grande società mineraria al mondo, sta vivendo la crisi più grande dal momento della sua fondazione avvenuta nel 1974. Per rendere l’idea della tempesta finanziaria che si sta abbattendo su Glencore basti pensare che le sue azioni sono passate da valere 530 pence il giorno della sua quotazione a Londra nel 2011 a 66 pence attuali. In quattro anni Glencore ha perso l’85% del suo valore.

Con le dovute differenze, sui mercati finanziari, il crollo di Glencore viene paragonato al disastro Lehman Brothers per la sua entità e per l’eco del crac risuonato in tutto il mondo. Il mese scorso Glencore ha annunciato una perdita di 676 milioni di dollari nel primo semestre dell’anno, a causa del calo del prezzo delle materie prime, in particolare rame, carbone e petrolio. Sotto pressione anche la divisione trading, considerata la polizza di assicurazione del gruppo.

Sono principalmente due le cause del crollo del gigante anglo-svizzero: il calo del prezzo delle materie prime e il rallentamento della Cina primo Paese al mondo utilizzatore di metalli ed energia. Glencore sta vivendo un calo costante della sua quotazione ormai da diversi mesi. L’eccesso di offerta di materie prime ne ha rallentato la domanda facendone crollare i prezzi: l’indice minerario è crollato infatti ai minimi dal dicembre 2008…. Continua a leggere l’articolo 

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