Secondo le stime del WTTC – Travel & Tourism Economic Impact 2015 in Italia il giro economico legato al turismo è di 162,7 miliardi di euro, per un impatto sul Prodotto Interno Lordo di circa il 10%. Nel settore turistico italiano lavorano circa 2,5 milioni di persone, per un’incidenza sull’intera occupazione nazionale dell’11,4%. Questi dati raccontano l’importanza del settore turistico per l’economia italiana, anche se il suo contributo al PIL nazionale è inferiore a quello di altri Paesi europei concorrenti come la Spagna a cui il Belpaese non ha proprio niente da invidiare. L’Italia infatti vanta bellezze artistiche, storiche e naturali uniche al mondo in quanto a qualità e concentrazione: 423 musei e monumento statali, oltri 4.000 che dipendono dagli enti locali e disseminati su tutto il territorio, più di 50.000 beni archeologici e architettonici e cui si aggiungono 49 siti tutelati dell’Unesco, coste e montagne che attirano turisti da tutto il mondo.
Nel 1950 l’Italia era il Paese al mondo più visitato dai turisti, da sola attirava il 19% dei viaggiatori mondiali; fino agli anni ’80, pur perdendo il primato mondiale, il Belpaese era ancora il più desiderato in Europa. Attualmente le cose stanno diversamente, secondo il World Tourism Barometer, l’Italia si posiziona al quinto posto dopo Francia, USA, Spagna e Cina. E in termini puramente economici la nostra posizione peggiora ancora: considerando gli introiti che arrivano dal turismo l’Italia scivola in settima posizione superata anche da Macao e Regno Unito.
Infatti abbiamo una risorsa talmente importante non sfruttata al massimo… bisognerebbe partire da investimenti maggiori, valorizzazione del patrimonio naturale, culturale e artistico, servizi maggiori per i turisti e operazioni straordinarie di marketing per l’incentivo al turismo.
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