Si chiama TTIP, ovvero Transatlantic Trade and Investment Partnership e sta per rivoluzionare le vite dei cittadini europei. Si tratta di un accordo commerciale al quale stanno lavorando, in assoluta segretezza, il governo degli Stati Uniti e la Commissione europea da quasi tre anni. Lo scopo del TTIP è noto: creare un mercato unico per merci, investimenti e servizi tra Stati Uniti e Unione Europea attraverso l’abolizione dei dazi e l’uniformazione di leggi e regolamenti internazionali.
Cosa comprende il TTIP
La Commissione europea però, in questi anni, non si è preoccupata di aggiornare i cittadini sull’avanzamento delle trattative e sui cambiamenti che il TTIP porterà nelle loro vite. A seguire invece da vicino la discussione in atto sono le grandi multinazionali e lobby molto interessate alla firma dell’accordo sul libero scambio. Il trattato tra Europa e Usa abbraccia un ambito di applicazione gigantesco che interessa tutti gli aspetti della vita quotidiana dei cittadini. Le nuove norme infatti interessano “l’accesso al mercato per i prodotti agricoli e industriali, gli appalti pubblici, gli investimenti materiali, l’energia e le materie prime, le materie regolamentari, le misure sanitarie e fitosanitarie, i servizi, i diritti di proprietà intellettuale, lo sviluppo sostenibile, le piccole e medie imprese, la composizione delle controversie, la concorrenza la facilitazione degli scambi, le imprese di proprietà statale”.
L’ambito di applicazione del TTIP è davvero gigantesco, ma in questa sede mi interessa affrontare il discorso legato ai prodotti agroalimentari perché, mentre i governi annunciano un trattato di libero scambio descritto soltanto a grandi linee, alcune associazioni a difesa dei consumatori lanciamo l’allarme sui rischi concreti per la salute dei cittadini europei. Il pericolo è che l’eliminazione di ogni ostacolo al libero scambio tra Usa e Ue conduca al peggioramento della qualità dei prodotti con conseguente pericolo per la salute dei consumatori. E il rischio è talmente concreto che la Commissione europea si sente continuamente in dovere di giustificarsi: “Non sacrificheremo la qualità degli alimenti dell’Unione europea soltanto per amore di trading, di scambi commerciali maggiori”. Lo ha affermato, in riferimento al TTIP, Phil Hogan, Commissario europeo per l’agricoltura.
TTIP e i rischi per la salute
E’ noto che Usa e Europa abbiano approcci molto diversi su molte questioni della vita quotidiana. Quando parliamo di finanza ad esempio gli Stati Uniti hanno regole molto più severe, per questo motivo gli Usa sono poco propensi ad adottare le regole meno pressanti dell’Europa. Così al contrario, è risaputo che gli Stati Uniti sono molto più “aperti” riguardo alla sicurezza alimentare. L’Ue infatti, applica il cosiddetto “principio di precauzione”, secondo il quale spetta al produttore dimostrare che un dato prodotto non è nocivo per la salute e quindi può essere venduto e consumato. Gli Stati Uniti invece, ritengono che sia necessario provare che il prodotto è nocivo per la salute prima di ritirarlo dal mercato, secondo l’approccio detto “fondato sulla scienza”.
Ed è proprio su queste differenze abissali che si basa l’allarme di associazioni come la Coldiretti. Approvare il TTIP così com’è stato pensato, significherebbe portare in Europa prodotti utilizzati nella produzione agricola americana che qui sono vietati come per esempio, l’utilizzo di acido lattico nelle fabbriche di imballaggi. Per fare un altro esempio: negli Usa i polli sono trattati con bagni di antimicrobici, prodotti a base di varechina, vietati in Europa. Infatti, l’importazione in Europa di pollo americano è vietata dal 1997, ma l’approvazione del TTIP spazzerebbe via queste precauzioni.
Infine, per fare l’ultimo esempio, parliamo di prodotti Ogm. Gli Stati Uniti sono molto più lascivi rispetto all’Europa per quanto riguarda i prodotti trattati con Ogm, ormoni o antibiotici. Approvare il TTIP può significare portare sulle tavole europee fettine di manzo agli ormoni, utilizzati negli Stati Uniti per ingrassare l’animale in modo da risparmiare, ma a danno della salute dei consumatori.
TTIP: gli interessi delle multinazionali
Sul sito Il fatto alimentare, attendo alle questioni legate all’alimentazione e alla tutela della salute, si può leggere un’intervista al tossicologo Alberto Mantovani. Secondo Mantovani l’armonizzazione delle regole e delle tariffe potrebbe essere un fattore positivo per Usa e Europa, a patto però che si tenda verso lo standard più alto. L’Europa, che in molti comparti dell’agroalimentare è più cautelativa degli Stati Uniti, deve pretendere che i prodotti importati da oltreoceano siano conformi alle regole europee e non viceversa.
Al contrario invece, secondo il Center for International and Environmental Law le grandi multinazionali Usa stanno premendo affinché venga approvata la prassi statunitense che, per quanto riguarda i pesticidi, permette l’utilizzo in agricoltura e allevamento di 82 prodotti vietati in Europa.
Allarmati dai rischi per la salute dei consumatori europei, molte associazioni e sindacati hanno lanciato una campagna di informazione e opposizione alla firma del TTIP per com’è strutturato al momento. Il prossimo 18 aprile infatti, è stata lanciata la giornata mondiale di mobilitazione contro il TTIP con iniziative di vario genere organizzate in molte città europee.