30mila euro nel 2015 per prodotti igienici, ovvero 2,5 euro al mese per comprare, in sostanza, saponi e saponette: è questa la spesa che la Camera dei Deputati ha stanziato per l’anno in corso. Ma la spesa per prodotti igienici, a mio avviso molto simbolica, è soltanto una delle innumerevoli voci costose presenti del bilancio di previsione del 2015.
Secondo un articolo pubblicato sul sito del Fattoquotidiano.it, che afferma di aver visionato il bilancio 2015, la Camera dei Deputati costerà per quest’anno poco meno di un miliardo di euro, per la precisione 985 milioni 129 mila 319 euro. Circa il 5% in meno delle spese sostenute nel 2014, è vero, ma siamo sicuri che non si potesse fare di più?
Costo personale
Tra le voci più dispendiose ci sono quelle relative al costo del personale: “Per pagare le varie indennità spettanti ai parlamentari (81 milioni 315 mila euro) e rimborsare loro le spese di viaggio, soggiorno e per l’esercizio del mandato (63 milioni 640 mila euro) se ne andranno 144 milioni 955 mila euro” scrivono sul Fatto.
In pratica si tratta di 230 mila euro annui a deputato, circa 19 mila euro al mese. A cui si aggiungono le spese per mantenere gli ex “onorevoli”, altri 138 milioni di euro tra vitalizi e pensioni. 232 milioni saranno invece necessari per pagare stipendi, indennità e pensioni per il personale dipendente della Camera dei Deputati. E altri 256 milioni per il personale in quiescenza, ovvero dipendenti di ruolo collocati però a riposo.
Bollette
Anche la Camera dei Deputati paga bollette salate di luce e gas. Nel 2015 a Montecitorio serviranno 4,7 milioni per pagare le bollette di acqua, luce e gas. Poi ci sono le spese telefoniche: 855 mila euro per le linee fisse e 450 mila per quelle mobili.
Ma tra i capitoli di spesa più interessanti troviamo il costo delle commissione d’inchiesta: 300 mila euro quella “sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere”; 150 mila l’altra “sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse”; 50 mila quella “sui fenomeni della diffusione delle merci contraffatte e delle merci usurpative in campo commerciale”; 17 mila 500 la commissione “sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro”; 50 mila l’organismo che indaga “sul trattamento dei migranti nei centri di accoglienza”.
Partiamo dal presupposto che le commissioni d’inchiesta non siano merce di scambio politico, cerchiamo quindi di capire la loro utilità prendendone una come esempio: la commissione d’inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro che, per inciso, risale al 9 maggio 1978. Nel 2014 la commissione si è riunita 6 volte; dall’inizio del nuovo anno si registrano due sedute a gennaio e una a febbraio. Sul sito del Parlamento italiano, dove i cittadini possono controllare l’attività di deputati e senatori, troviamo l’Ordine del giorno dell’ultima seduta:
Varie ed eventuali
Ma la lista delle spese pazze del Parlamento italiano non finisce qui. Come riporta il Fatto, Montecitorio spenderà in alimentari 490 mila euro, altri 600 mila serviranno per acquistare carta e cancelleria, 85 mila per carburanti e combustibili, 400 mila per vestiario e 30 mila per prodotti igienici.
Voli di Stato
Proprio oggi, per rimanere in tema di sprechi, il grillino Di Maio ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook: “Stamattina io e Paolo Nicolò Romano Deputato 5 Stelle siamo stati alla Corte dei Conti per denunciare Renzi e presentargli il conto. Sembra che il suo volo di Stato per recarsi a Courmayeur a capodanno sia costato più di 70.000 euro. Si giustificano con le “ragioni di sicurezza”.
Alla fine quindi il cerchio si chiude e la domanda sorge spontanea: nemmeno il rottamatore Renzi ha le mani pulite?