Goldman Sachs ha lanciato un bel macigno nel mare dell’economia mondiale. In un rapporto sul futuro del petrolio, gli analisti della banca d’affari statunitense sostengono che il petrolio in costante calo da diversi mesi, potrebbe continuare la sua discesa fino ad arrivare a 20 dollari al barile.
Il rapporto non indica una data precisa per il crollo del petrolio, ma intanto pensa a tagliare le stime per il 2016. Il prezzo dei future sul mercato USA, l’indice WTI è rivisto al ribasso da 57 dollari a 45, mentre il Brent passa da 62 a 49,5 dollari. Anche l’Opec ha tagliato le stime dei prezzi del petrolio per il 2016: il Brent passa così dal range di 70-80 dollari al barile all’attuale stima di 40-50 dollari. I Paesi membri dell’organizzazione si sono riuniti, ma non hanno trovato un accordo relativo ai prezzi del petrolio. I 12 Paesi che forniscono il 42% del petrolio mondiale temono che tagliando la produzione di petrolio (nel tentativo di bilanciare domanda e offerta) i principali concorrenti Russia e USA potrebbero impossessarsi di quote di mercato.
Gli americani sono in stallo, fine della corsa. Le favole sullo shale oil stanno per essere archiviate.
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